Film “Illegal”: una storia sull’immigrazione clandestina

Il film “Illegal”, uscita al cinema il 19 Novembre, è una storia sugli immigrati clandestini, sulla loro detenzione dopo che sono dovuti fuggire dalla povertà estrema, dalle dittature, dalle guerre. Clandestini dopo un viaggio faticolo e pericoloso, finiti nel nostro paese, dove vengono accolti, ma trattati come criminali e sbattuti in prigione…

Trama del film “Illegal”
Ivan 14 anni e Tania, sua madre, vivono in Belgio da 8 anni da immigrati clandestini provenienti dalla Russia.
In continuo stato di allerta, Tania vive nel terrore che la polizia le controlli l’identità – fino al giorno in cui viene arrestata.
Madre e figlio vengono separati e la donna viene trasferita in un centro di detenzione.
Farà tutto ciò che è in suo potere per riunirsi al figlio, malgrado la costante minaccia della deportazione che pende sopra la sua testa.

Uscita al Cinema: 19/11/2010
Regia: Olivier Masset-Depasse
Sceneggiatura: Olivier Masset-Depasse
Attori: Anne Coesens, Esse Lawson, Alexandre Golntcharov, Gabriela Perez, Christelle Cornil, Olga Zhdanova, Tomasz Bialkowski, Frédéric Frenay, Olivier Schneider
Musiche: André Dziezuk, Marc Mergen
Produzione: Versus production in coproduzione con Iris Productions, Dharmasala e Prime Time
Distribuzione: Archibald Film
Paese: Belgio, Francia, Lussemburgo 2010
Genere: Drammatico
Durata: 95 Min
Formato: Colore 35 MM – 1.85

1 commento su “Film “Illegal”: una storia sull’immigrazione clandestina”

  1. (chi Vi parla conosce il problema dell’emigrazione dall’altra sponda del mediterraneo) 1° non è vero che provengano da zone di guerra (l’Eritrea, Maghreb, Egitto, Nigeria, Senegal, Cina, Ucraina, Sud America India ecc. non sono zone di guerra); Dall’Afganistan o dall’Iraq provengono meno del 2%; 2° chi viene qui, nei loro paesi non muore di fame per la semplice ragione che se uno stipendio medio di un capofamiglia è di 40-90€/mese e loro riescono a spenderne 3000€ per arrivare in Italia, vuol dire che provengono da famiglie non povere (semmai indebitate per pagare l’emigrazione). 3° La maggior parte di loro è giovane, intraprendente a relativamente ben istruita, gente che farebbe comodo al loro paese, mentre da noi sono obbligati a vivere (di questi tempi) senza un lavoro, senza un alloggio; in un clima che non sono in grado di sopportare (anche perché non dispongono di case ed uffici riscaldati); nella vana illusione di sistemarsi. 4° Giunto in Italia e disilluso; secondo voi cosa dovrebbe fare? Tornare sarebbe una sconfitta; fare i vu-cuprà, spacciare, delinquere, entrare nel mercato del lavoro nero, vivere in ambienti fortemente degradati? Smettiamola di fare gli IPOCRITI, questi ambienti ecclesiastici o di sinistra che si oppongono ad una politica di disincentivazione (talvolta forse crudele) fanno il male di questi giovani e delle nazione da cui provengono.

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