Antonio Albanese, il cinema e la politica italiana

Secondo lui l’Italia più che i politici dovrebbero dirigerla i comici e andrebbe avanti meglio. Non saranno in pochi ad essere d’accordo con Antonio Albanese che sta per tornare al cinema. Sarà infatti dal prossimo dal 13 dicembre al cinema con il nuovo film “Tutto tutto niente niente“. Recentemente, a tal proposito, è stato intervistato dal mensile Ciak e non si è risparmiato in quanto a dichiarazioni. Ha fatto commenti su Beppe Grillo, Paolo Villaggio e su buona parte dei personaggi della politica del Belpaese. Insomma un vero confronto come nel suo stile. Del resto la commedia “politically corrotta” pone i tre protagonisti in lotta per vincere delle finte primarie.

 

Per l’occasione Albanese ha anche detto: “Mentre cominciavamo a scrivere ci siamo detti: vuoi vedere che un comico ligure diventerà premier? Abbiamo affidato il ruolo-cameo del presidente a Paolo Villaggio. Perché il vero comico genovese è lui, lo stimo moltissimo per ciò che ha fatto e per quel che mi ha dato. Il film, racconta le surreali primarie di Frengo Stoppato, scoppiato mistico traumatizzato da una madre che vuole santificarlo in vita, Olfo Favaretto, secessionista lombardo-veneto, e naturalmente il politico disinvolto Cetto La Qualunque“.

 

Antonio Albanese ha le idee chiare in merito alla politica e non ha problemi a dirlo e al magazine confessa: “Non sono contento di ciò che dice Grillo e di come lo dice  ma credo che la sua iniziativa abbia tamponato una possibile reazione ancora più negativa che poteva far virare il Paese verso la destra autoritaria. Insomma, abbiamo evitato il peggio. Abbiamo ancora intenzione di tenerci la classe politica così com’è? Ma di cosa stiamo parlando se nella stessa coalizione ci son due che si scannano per le primarie? E allora  io faccio “Tutto tutto niente niente” e persino le primarie finte, perché a questo punto, davvero, vale tutto”.

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