3096 giorni, il film su Natascha Kampusch

 

Natascha Kampusch ha vissuto una prigionia tremenda e ora è stato realizzato un film sulla sua triste storia. Nelle scorse ore, quindi, 3096 giorni” è stato presentato a Vienna e lei non è mancata. Il lungometraggio narra l’orribile vicenda che l’ha vista protagonista e che oggi a 25 anni, non l’abbandona almeno nei ricordi. La giovane di origine austriaca, lo ricordiamo, fu rapita da un maniaco nel 1998 quando aveva dieci anni. Per almeno otto anni è stata tenuta segregata fino a quando è riuscita a scappare. E’ arrivata con un’ora e mezza di ritardo e per ultima ha calcato il tappeto rosso del Cineplexx.

Magari per lei era una emozione troppo grande, del resto la pellicola è basata sull’autobiografia tradotta poi in sceneggiatura da Bernd Eichinger e Ruth Toma. Il lavoro è stato dunque completato con la regista Sherry Hormann e il marito e cameraman, Mario Ballhaus. Ci sono anche scene forti, piuttosto realistiche come quando lei chiede al suo carnefice, a letto: “Perché hai scelto me?”. “Ti avevo visto sorridere”, risponde lei. La sua cella era di due metri per tre, in pratica si trattava dello scantinato della casa di Prikopil alla periferia di Vienna. Nell’agosto del 2006 lei riuscì a liberarsi.

Bastarono poche ore dall’accaduto a lui per suicidarsi gettandosi sotto un treno. Non si sa ancora se c’era un complice quando la piccola nel 1998 fu rapita mentre si stava recando a scuola. Nessuna svolta clamorosa nelle indagini e lei è sempre molto controllata. Ha sorriso comunque ai fotografi con il suo sguardo freddo e un abito nero lungo. Per lei flash da Germania, Francia, Svizzera, Croazia, Ungheria e Spagna, oltre naturalmente alla stampa austriaca.Certo non deve essere stato facile per lei e molto spesso sospirava. Tuttavia, su una cosa è stata irremovibile: non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti. 

Lascia un commento