Moore a nord e Stone a sud: le nuove coordinate del cinema americano

 Ben 2 documentari stanno caratterizzando le ultime giornate veneziane. Da una parte il nuovo lavoro del piacione Michael Moore Capitalism: a love story, che critica il sistema capitalistico statunitense, dall’altra Southland border di Oliver Stone, un ritratto inedito del presidente venezualano Chavez e del nuovo corso politico, economico e sociale dell’America Latina.
L’autore di Sicko, presente ieri sera in Sala Grande, ha puntato il suo obbiettivo sulle malefatte del capitalismo selvaggio, dei crack bancari, dei ricchi che non si accontentano della loro ricchezza e rubano ai poveri e su come questa situazione è stata alimentata dal’interno del paese. Uno sguardo feroce e al contempo fin troppo semplificato, ma lui dice che è voluto, così da riuscire a spiegare anche ai bambini di due anni cosa c’è che non va. Il gioco funziona, come sempre con Moore, ma sicuramente la visione è parziale e partigiana. Il film è in concorso: chissà se bisserà il successo di Fahrenheit 9/11 che vinse a Cannes.

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Dal 26 maggio sarà disponibile in Dvd: “Lasciami Entrare” un film di Tomas Alfredson

 La trama di questo film ci porta in Svezia nel 1982. A Blackeberg, un piccolo centro della periferia di Stoccolma, un bambino di nome Oskar sogna di vendicarsi del mobbing che subisce spesso da tre compagni di classe. Armato di un coltello Oskar immagina di infilarlo nello stomaco di Connie, che è il più arrogante del gruppetto. Una notte la tranquillità in cui è sempre stato immerso questo quartiere viene interrotta dall’arrivo di un uomo e di una dodicenne pallida e ambigua che sembra non conoscere freddo e paura. Dopo l’arrivo dei nuovi inquilini che occupano l’appartamento di fianco a quello di Oskar inizieranno una serie di efferati omicidi che macchieranno il paesaggio innevato e ben presto Oskar verrà a scoprire che Eli, con la quale nel frattempo ha stretto una tenera amicizia è un vampiro imprigionato in eterno in un corpo da bambina.

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