Primo Carnera torna sul ring grazie a Renzo Martinelli

Ospite d’eccezione alla giornata di presentazione della Festa di Primavera con cui UGC festeggia il cinema europeo è stato Renzo Martinelli, regista di “Carnera – The Walking Mountain”, in uscita nelle sale italiane in 250 copie, distribuito da Medusa Film, dopo le due straordinarie anteprime tenutesi al Madison Square Garden di New York e a Villa Erba a Cernobbio, sul lago di Como.

Il cineasta ha esordito con una serie di dichiarazioni scoppiettanti che da sempre contraddistinguono la sua carismatica figura, degna del pugile che racconta nella sua ultima fatica cinematografica: “Attraverso il mio lavoro tento di approfondire gli aspetti della crisi d’identità europea, che impone alle culture più deboli di essere assorbite da quelle più forti.

Con questo nuovo film ci ho tenuto, comunque, a raccontare non tanto il Carnera pugile, ma piuttosto l’uomo, orgoglioso di essere friulano e italiano… Ecco perché anche io mostro oggi il mio orgoglio per il fatto di essere presente a questa festa”.

Quanto alle altre ragioni che lo hanno spinto a realizzare questa interessante opera cinematografica, il cineasta non nasconde che: “Il prodotto è stato realizzato in lingua inglese, con certi requisiti di ripresa e certi particolari tecnici, che gli permettono di affrontare le difficili sfide imposte dai mercati internazionali, dove i buyers hanno pochissimo tempo per decidere quale sarà la vita di un film. Se i miei colleghi facessero queste esperienze, imparerebbero molto… Dunque, realizzo pellicole che si possano vendere anche all’estero, ma lo faccio con il fine ultimo di raggiungere quanto più pubblico possibile. Ho lavorato in post produzione con tecniche d’avanguardia per il nostro Paese, utilizzando duecento comparse per riempire arene del passato semplicemente spostandole su una parete blu!”.

Martinelli, reso celebre dalla perfezione quasi maniacale con la quale segue il processo produttivo delle sue opere, dalla ‘a’ alla ‘z’, ha poi proseguito sul suo modo di lavorare: “Io faccio film e li faccio tutti dalla prima ripresa alla promozione. Mi sono rivolto a diversi imprenditori per supportare finanziariamente il mio lavoro. Con i 250 mila euro messi a disposizione di “Carnera” per la sua promozione, ho deciso di portarlo a New York, tra le stelle della boxe e tra gli immigrati italiani; e a Villa Erba, dove Visconti scrisse “Il Gattopardo”. È stata una scelta imprenditoriale, che ha concesso al film di ottenere un respiro internazionale e la possibilità di essere conosciuto in tutti i Paesi che contano a livello cinematografico. Inoltre, “Carnera” andrà in sala, ma poi anche in dvd e in Tv”.
Ma la regola, secondo Martinelli, non è facilmente applicabile a tutti: “Il cinema non è opera d’arte, Marquez e “Cent’anni di solitudine” lo sono. Se un regista delega il proprio lavoro ai fotografi di scena, allo scenografo o ad altre figure, diventa industria.

Solo qualche volta ci si imbatte in vere opere d’arte, spesso distrutte dalla politica del sistema assistenziale italiano, che mantiene film d’autore che non fanno una lira… A me piacerebbe, viceversa, che si finanziassero ad esempio le opere prime meritevoli; sono favorevole anche al tax shelter per fare i miei film alla mia maniera, ma senza chiedere soldi allo Stato, e così sono convinto che ognuno sarebbe più responsabile del lavoro che produce”.

www.medusa.it

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