Assessore alla Cultura Regione Toscana Paolo Cocchi vede l’anteprima del film “Miracolo a Sant’Anna”

“Miracolo a Sant’Anna” servirà anche ad accendere nuova memoria”. Firenze «Un film non è un saggio storico, da una fiction non ci si può attendere precisione scientifica come bene ha dimostrato anche Roberto Benigni con un capolavoro di poesia per raccontare ciò che di meno poetico può esistere, un campo di concentramento: i film stanno su un terreno diverso, quello che unisce passione e commozione nutrendosi anche di invenzione, il terreno della poesia e, in certi casi, anche dell’impegno civile». Così Paolo Cocchi, assessore alla Cultura in Regione Toscana, a margine dell’incontro “Cinema e Memoria” voluto all’Altana di Palazzo Strozzi dalla Regione – con Fondazione Mediateca, Fondazione Monte Paschi di Siena e Istituto di Scienze Umane – nella giornata che, a Firenze, vede l’anteprima del film “Miracolo a Sant’Anna”. Sia il regista («Attraverso questo film molti americani si renderanno conto che c’è stata una Resistenza anche in Italia», ha detto Spike Lee) che lo sceneggiatore e autore del romanzo («Come americano nero non posso che rispettare i partigiani», ha aggiunto James McBride) hanno usato parole di rispetto per il movimento dei partigiani. Entrambi hanno invitato a riflettere sul fatto che che si tratta di una fiction («Sono uno scrittore commerciale di romanzi storici – ha precisato McBride – e ho dovuto trovare un modo per presentare questa storia al mondo: osservando la croce sulla sommità della chiesetta di Sant’Anna, Dio mi ha dato l’idea del miracolo»).

L’opera è ambientata nella Toscana 1944: racconta la storia di quattro soldati neri americani della 92ma Divisione “Buffalo Soldiers”, interamente composta da militari di colore, che rimangono bloccati in un piccolo paese toscano al di là delle linee nemiche, separati dal resto dell’esercito, dopo che uno di loro ha rischiato la vita per trarre in salvo un bimbo italiano. Nel confronto, moderato da Ugo Di Tullio presidente di Mediateca, sono intervenuti gli storici Leonardo Paggi («Il pregio del film è la sua apertura ai sentimenti») e Paolo Pezzino, già consulente per il Pubblico Ministero sulla strage di Sant’Anna («Non è un film su Sant’Anna ma sulla guerra e sull’incontro fra culture diverse, fra due sconfitti della storia, che porta verso un miracolo. Sant’Anna è solo lo sfondo»).
Pezzino ha anche tenuto a ribadire che «nell’agosto 1944 a Sant’Anna non si fu in presenza di una rappresaglia perché non c’erano state azioni partigiane, ma della brutale volontà di uccidere innocenti». Per Aldo Schiavone (Istituto Italiano Scienze Umane) «è comunque un’occasione preziosa che Spike Lee abbia posato i suoi occhi su questa vicenda». Per il presidente di Fondazione MPS, Gabriello Mancini bisogna comunque ricordare sempre che «non tutti i gatti erano bigi perché c’era chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata». Il sindaco di Stazzema Michele Silicani, accompagnato da uno dei sopravvissuti, Enrico Pieri, ha rivolto un appello per la fine delle polemiche.
«Conoscendo il valore del regista e il suo impegno per la causa dei diritti civili – ha aggiunto Cocchi – non credo sia lecito attendersi, dal film, intenti revisionistici: la verità storica e gli atti processuali sono innegabili. In ogni caso aspettiamo tutti di aver visto il film sapendo comunque che avrà una grande importanza: proiettato in tutto il mondo, accenderà nuova memoria su quanto accadde nella Toscana di anni ormai lontani, la lotta di un popolo che si è riconquistato la libertà sconfiggendo la barbarie anche con l’aiuto dei “neri” della Buffalo. E a proposito di “miracoli”, non mi pare che questo sia un “miracolo” da sottovalutare».

www.regione.toscana.it

Lascia un commento