Shame di Steve McQueen, tra scandali e colpi di scena

Ci sono film che non possono passere inosservati, che trasmettono un messaggio forte che può essere condiviso o criticato ma di sicuro non vengono dimenticati nel giro di una stagione. E’ il caso dello scandaloso “Shame” di Steve McQueen, la pellicola  in concorso a Venezia che già tanti critici ha fatto parlare. Il protagonista è Michael Fassbender che ha già portato a casa la Coppa Volpi. Ha colpito in positivo quasi tutti ma ci sono una serie di scene piuttosto scabrose.

In primo piano tra le immagini definite crude anche un nudo frontale dell’attore principale che veste il ruolo di un trentenne di New York, che cerca in tutti i modi di curare la propria dipendenza dal sesso. L’arrivo della sorella minore in casa sua rende ancora più complesso il tutto.

Lo stesso attore non ha girato con il massimo della tranquillità certe scene, del resto è plausibile visto che sono particolarmente forti, ma l’intento è proprio quello di lasciare senza parole lo spettatore e di certo il risultato sarà ottenuto. Proprio Fassbender aveva detto tempo fa a Venezia durante una intervista: “Non e’ stato facile, soprattutto all’inizio. Poi sono riuscito a sbloccarmi, e anche per le scene di sesso ho cercato di dare il meglio di me”. Si tratta del resto del secondo esempio di una ricerca di un perfetto sodalizio tra interprete e regista. Insieme McQueen e Fassbender avevano già girato ‘Hunger’ e, dopo ‘Shame ‘ , non è finita. Per lui e il regista  tedesco-irlandese è ora di lavorare a ‘Twelve Years a Slave’, biopic su Solomon Northrup. Quest’ultimo è stato rapito a Washington nel 1841 e portato in una piantagione di cotone in Louisiana. Lavorò in completa schiavitù per 12 anni. Ancora una volta, insomma, una storia complessa da portare sulla scena rendendola con la giusta intensità e senza farla diventare noiosa, ma di sicuro la squadra formata sarà ancora una volta vincente.

 

 

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