A Locarno gli ultimi ruggiti del Leopardo

Domani il 62° Festival del Film di Locarno chiuderà i battenti e già si susseguono le indiscrezioni sul toto-pardo. Sul premio del pubblico non ci sono dubbi: il super favorito è (500) Days of Summer che vedremo in Italia a novembre con il titolo di 500 giorni insieme. Per quanto riguarda il concorso, dalla sala stampa si punta sull’iraniano Frontier Blues, bella e rarefatta storia di personaggi ai margini che vivono al confine tra Iran e Turchia. In pole position anche il canadese La Donation, un ritratto commovente della frontiera verde a nord del paese e dell’eredità di un medico di famiglia nei confronti del suo giovane successore donna, e il giapponese Wakaranai, che narra di un ragazzo alla disperata ricerca di un padre.Ieri però è arrivata l’ultima sorpresa da un paese insospettabile. Il greco Akadimia Platonos (L’Accademia di Platone), tragicomica commedia sull’integrazione multietnica, ha convinto tutti. Soprattutto sembra aver convinto la giuria che qui a Locarno è sempre in sala con il pubblico. La nostra Alba Rohrwacher sembrava irritata e arrabbiata mentre si sedeva sulle poltrone riservate ai giurati. Ma al termine del film greco era sorridente e parlava animatamente con la collega tedesca. Che si sia trovato un vincitore? A domani l’ardua sentenza.Intanto l’impressione generale che viene fuori dalla visione dei film del Festival è che lo stato di salute della cinematografia di fiction non sia tanto buono, mentre quella del documentario sia più che ottima. Storie interessanti, sempre attuali e illuminati, dove spicca il lavoro degli italiani. Molto bello Lo Specchio di David Christensen, girato a Viganella in Piemonte, Grandi Speranze di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti su 3 giovani imprenditori rampanti, passando anche da Il Mio Cuore Umano di Costanza Quatriglio su Nada o i due lavori di Roberta Torre su Pasolini che rischiamo di non vedere mai in Italia. Da recuperare anche lo svizzero Marsdreamers, una delle cose più convincenti viste da queste parti. Ci auguriamo che i distributori nostrani ci permettano di vedere questi film in sala, il luogo migliore dove goderseli.Sara Sagrati

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