Panahi condannato, stop a film per vent’anni

Il regista Jafar Panahi è stato condannato a sei anni di prigione per la partecipazione a raduni e per propaganda contro il regime“, ha affermato la sua avvocatessa Farideh Gheirat, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Isna. “E’ stato poi colpito dall’interdizione di realizzare film, scrivere sceneggiature, di viaggiare all’estero e di rilasciare interviste a media locali o stranieri per i prossimi venti anni“, ha precisato ancora l’avvocatessa che comunque si riserva di di fare appello.

Il 50enne regista iraniano, Camera d’or a Cannes 1995 con Il palloncino bianco, Leone d’oro 2000 per Il cerchio e Orso d’argento 2006 per Offside, era stato arrestato il 2 marzo a Teheran assieme ad altre persone, fra cui la moglie e la figlia, poi rilasciate. Per la sua liberazione, avvenuta il 24 maggio, dietro il pagamento di una cauzione di 200mila dollari, si erano battuti registi come Steven Spielberg, Martin Scorsese, Ang Lee, Oliver Stone e il collega iraniano Abbas Kiarostami.

Gli organizzatori del Festival di Cannes 2010 ne avevano fatto un giurato virtuale, simboleggiato da una sedia vuota e Juliette Binoche, ritirando il premio come miglior attrice, aveva mostrato una cartello con il nome del regista.

Arrestato già una prima volta nel luglio del 2009 in un cimitero di Teheran mentre partecipava ad una commemorazione delle vittime delle proteste post elettorali, Jafar Panahi, simbolo del dissenso contro il governo del presidente Mahmoud Ahmadinejad, si era visto negare ad ottobre 2009 la possibilità di partecipare come giurato al Festival del Cinema di Mumbai.

Dopo il rilascio a maggio, Jafar Panahi non aveva potuto lasciare l’Iran. Invitato lo scorso settembre alle Giornate degli Autori che ha proposto in anteprima mondiale il suo corto The Accordion, il regista aveva dichiarato telefonicamente: “Io stesso non so perché c’è questo accanimento del governo iraniano nei miei confronti. Forse perché sono un regista che fa film per la gente, per la società e le autorità non amano questo“.

Il cineasta qualche giorno fa era stato invitato dal direttore della Berlinale, Dieter Kosslick, a far parte della giuria internazionale della prossima edizione.

Fonte: Cinecittà News

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