Rocco Siffredi: dopo Matrimonio a Parigi è scontento delle commedie

Lo ha intervistato Libero ma non lo ha trovato nel pieno del suo entusiasmo e indovinate perchè? Per Rocco Siffredi il sesso è proprio una mania e tutto ciò che non lo comprende diventa noioso. Da poco ha finito di girare “Matrimonio a Parigi” con Massimo Boldi e dovendo tirare un bilancio, pur essendo contento dell’esperienza vissuta si dice insoddisfatto: “L’ho fatto quasi gratis perché mi interessava. Massimo è stupendo.L’anno prossimo mi vuole nel nuovo film a prescindere da come va questo. Ma il problema delle commedie è che si tromba troppo poco. Per fortuna arrivavo da un mese di Russia. Sa… Se no nemmeno la Sconsolata risparmiavo”.

Il Ricordo torna sempre al momento in cui aveva deciso di mollare il suo vero mondo, per tornare alla normalità che però non riusciva a riguardarlo più di tanto. Lo aveva fatto principalmente per il figlio, per evitare che avesse problemi in futuro con un padre così scomodo: “Lasciare il set è stata una catastrofe. Andavo a prostitute per non tradire mia moglie con un’amante. Mi sentivo frustrato. Mi mancava il porno. Il sesso con mia moglie è una cosa. Sentivo nostalgia del “colore”, delle donne, delle situazioni diverse, strane. Per vent’anni mi sono alzato dal letto, andavo sul set e avevo rapporti con 10 donne al giorno. Poi nulla. E’ stata mia moglie – grande donna – a spingermi a ricominciare. Mi ama tantissimo”.

 

Oggi ha 47 anni una carriera davanti, forse, come attore e la stessa carica sessuale di prima: “Non sono un super eroe ma le mie scene le faccio sempre. Potrei andare avanti otto ore. Certo, tra una e l’altra ci metto un po’ di più a “carburare”. Oggi si fanno tutti le punture, il Viagra è superato. Io non ho problemi. Sono sorpreso di me stesso. Anche con le americane reggo, e loro sono toste. Pensavo mi facessero fuori, invece. Ho un corpo che non mi dà tregua. Sono malato di sesso. Più di Michael Douglas: lui ha avuto disturbi per due mesi con Sharon Stone, io sono così da 27 anni. Che ci vado a fare dal sessuologo, dallo psicologo? Mi direbbero di chiudere con il lavoro. Non potrei mettermi a fare il regista. Sarebbe come dire a un alcolizzato di servire whisky al bar. Sono fissato totale”.

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