Roma, Festa del Cinema: Verdone e Servillo protagonisti di “Duetto”

Toni Servillo e Carlo Verdone saranno insieme i protagonisti di un incontro, durante la terza edizione di Cinema. Festa Internazionale di Roma, all’interno della sezione Extra. Ognuno dei due sceglierà delle scene che ama dei film dell’altro ed entrambi le commenteranno con Mario Sesti, direttore artistico di Extra.

Come Marco Bellocchio e Bernardo Bertolucci nella prima edizione della Festa, i due saranno protagonisti di “Duetto”, il popolare formato di incontri dedicati al cinema italiano, che negli anni scorsi ha visto in scena di fronte al pubblico di appassionati e di stampa nelle sale dell’Auditorium di Roma, decine di autori e attori del cinema italiano: da Mario Monicelli a Ciprì e Maresco, da Silvio Muccino a Riccardo Scamarcio, da Stefania Sandrelli a Margherita Buy, da Paolo Virzì a Gabriele Muccino, da Sergio Rubini a Fabrizio Bentivoglio, e tanti altri .

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Il Resto della notte

Il regista romano ambienta il film in una Brescia dove sono ben visibili le contraddizioni tra le comunità del Nord e immigrati clandestini arrivatio ora ad un punto di collisione e rottura. Ricchi industriali, ghetti sordidi e blindate ville superlusso, tossicomani irrecuperabili e giovani ingenui e innocenti condannati a perdere la speranza. ‘Il resto della notte’ è girato con notevole aderenza alle persone e alle cose, una tangibile realtà che rende credibile la proiezione. La storia ruota intorno ad una ricca famiglia in cui lavora una giovane rumena, la padrona di casa moglie di un industriale di provincia, sofferente da tempo di disturbi nervosi, si convince che la giovane domestica rumena, Maria, sia responsabile della sparizione di alcuni oggetti preziosi nella propria casa. Senza prove, contro la volontà del marito Giovanni e soprattutto della giovane figlia Anna, la donna decide di licenziare su due piedi la giovane.

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Adriano Celentano torna a Venezia per la Biennale con il suo Yuppi Du

In occasione della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2008) diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, avrà luogo al Lido di Venezia uno straordinario evento dedicato al ritorno in Laguna di Adriano Celentano e Claudia Mori. Per il festival del cinema sono stati infatti finalmente ultimati il delicato processo di restauro e il nuovo missaggio delle musiche di Yuppi Du, pellicola diretta nel 1975 da Adriano Celentano e interpretata, oltre che dallo stesso Celentano, da Charlotte Rampling e Claudia Mori, e ambientata in gran parte proprio a Venezia. Erano due anni che la Mostra attendeva il “ritorno a casa” del film che verrà presentato in prima mondiale, in questa nuova versione, il 4 settembre alle ore 22 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, alla presenza del regista, interprete e autore.

Il film, certamente il più importante e rappresentativo della carriera cinematografica di Celentano, è un’opera che, a oltre trent’anni dalla sua anteprima al Festival di Cannes (dove fu molto apprezzato sia dalla critica italiana che da quella straniera), rivela ancora oggi tutta la sua attualità (le morti sul lavoro, la disoccupazione, le difficoltà di vivere al limite della soglia della miseria, l’inquinamento, i cantieri navali e le fabbriche chimiche, la disuguaglianza sociale). Yuppi Du è un’opera inclassificabile e dalla forte carica anticipatrice, caratterizzata da intuizioni folgoranti e da un ritmo stravagante, capace di spaziare dal genere comico al drammatico, dal fiabesco al musicale.

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E venne il giorno…Happening

E venne il giorno” può essere definito un thriller ecologico? Shyamalan: Ogni film che ho diretto è legato ad una preoccupazione che avevo in quel momento. Con “E venne il giorno” viene messa in rilievo la mia preoccupazione per il futuro di questo pianeta. A cosa si è ispirato nella realizzazione di “E venne il giorno”? Shyamalan: Certamente i film degli anni ’50 e ’60 hanno avuto una grande influenza nella realizzazione di “E venne il giorno”. Ho preso molto, ad esempio, da “L’invasione degli ultracorpi”, non tanto nel contenuto, ma nel modo in cui le persone interagiscono con una realtà attorno a loro che non riconoscono più. Si ha paura insomma dal cambiamento dei comportamenti delle persone che conosciamo bene. Se le persone a noi familiari iniziano a comportarsi in maniera diversa dal normale, si ha paura perché non si ha più sotto controllo la realtà che ci circonda. Casualmente poi nella scelta della scena dei titoli iniziali, mi sono trovato a fare una citazione proprio al film “L’invasione degli ultracorpi”. Tra le tante scene che ho visionato, per caso ho scelto la stessa, quella delle nuvole. Questo vuol dire che ci sono immagini nel nostro inconscio che generano paura senza sapere il perché. In molti suoi film ci sono personaggi che perdono la fede ma poi la ritrovano per un evento soprannaturale o per un incontro decisivo. Anche in questo film c’è una coppia che ritrova la fede che inizialmente aveva perso. Che tipo di fede è? Una fede religiosa, una fede laica? Che tipo di rapporto ha lei con la fede?

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