Il volto di un’altra: al cinema Laura Chiatti

 

Laura Chiatti torna al cinema e, questa volta, a partire dall’11 aprile con Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato. Il suo ruolo è da protagonista e veste i panni di Bella che è una conduttrice tv. Accanto a lei il marito Renè interpretato da Alessandro Preziosi, che è un chirurgo estetico. Non è tutto perfetto nella sua vita lavorativa, perché ben presto inizia a perdere ascolti e allora per recuperare all’inconveniente e anche un terribile incidente che le accade, frutta un incidente d’auto per rifarsi un altro viso e avere un’altra occasione. Sull’argomento è intervenuta la stessa attrice, la quale ha parlato del fatto che oggi esistono ancora i buoni sentimenti, ma sono i soldi in molti casi a farla da padrone. 

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Laura Chiatti: al cinema viene fuori il suo lato punk

 

Bellissima sempre e ancora più talentuosa grazie all’esperienza che via via acquisisce al cinema. Parliamo di Laura Chiatti, adorata dalla stampa francese e considerata la vera erede di Brigitte Bardot. Peccato che lei pensi ancora più in alto, nel senso che non vuole essere ricordata solo come una femme fatale, ma spera di essere apprezzata per le sue doti recitative e per la sua passione davanti alla macchina da presa.

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Carlo Verdone ci parla di Io loro e Lara

Veste i panni di un missionario comboniano in crisi e in fuga dall’Africa Carlo Verdone in Io loro e Lara, film che dirige e interpreta, “rifuggendo dalle gag facili”. Aveva nausea dei suoi personaggi borghesi e proletari e poi più viene messo in difficoltà e più dà il meglio di se stesso. Verdone definisce il suo nuovo lavoro “una commedia non all’italiana ma internazionale”, perché tale l’ha giudicata la Warner Bros., che l’ha molto apprezzata. Io loro e Lara, in sala il 5 gennaio 2010, è un film contro l’intolleranza dove alla fine prevale il buon senso e si stemperano i contrasti familiari.

Come nasce “Io loro e Lara“?
“Prima del set di Italians a San Pietroburgo avevo già l’idea di un film costruito intorno alle figure di un padre e di una figlia – spiega Carlo Verdone – ma alla quinta seduta di sceneggiatura ci siamo accorti che non funzionava.

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Pronti, partenza, lido!

Messa in cantiere la sobria cerimonia di apertura della 66^ Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia, con una scaramantica madrina “quasi in viola”, segnata anche dalla presenza sul red carpet di una bellissima Eva Mendes in rosso maculato e cerchietto nero, si comincia a parlare di cinema.
Discordanti le impressioni su Baarìa di Giuseppe Tornatore, il primo film italiano in concorso che ha avuto l’onore di “aprire le danze”. Colossal made in Sicilia sulla storia di una famiglia di Bagheria e delle vite che gli scorrono a fianco, che vede la partecipazione di troppi personaggi, troppe storie, troppi anni di racconto e addirittura troppi volti noti del cinema e della tv. Da Laura Chiatti a Beppe Fiorello, da Leo Gullotta a Donatella Finocchiaro, da Monica Bellucci ai più applauditi Ficarra e Picone. In molti hanno apprezzato il dispendio di forze e l’abilità registica del Peppuzzo nazionale, così come in molti hanno trovato ridondante e esagerata l’intera operazione. Baarìa uscirà il 25 settembre prossimo in sala e verrà distribuito in tre “lingue”: in versione originale in siciliano in Sicilia, in italiano nel resto della penisola e in un “siciliano semplificato” in alcune grandi città.
Più applaudito [Rec2] , sequel dell’horror spagnolo che fu presentato sempre a Venezia due anni fa. La storia comincia un quarto d’ora dopo la fine del primo film, quando una squadra speciale fa irruzione nel condominio colpito da uno strano virus. Claustrofobico, quanto inutile, si tratta di un operazione più che altro commerciale che comunque siamo certi non scontenterà gli amanti del genere.

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