Pier Paolo Pasolini, proiezioni, incontri e dibattiti, il 13 e 14 novembre 2009 al cinema Lumière della cineteca di Bologna.
La critica della modernità di Pier Paolo Pasolini, la sua visione di una società omologata dal consumismo, continua ad essere sempre più drammaticamente attuale. La televisione, secondo Pasolini, “non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere”.
È “un medium di massa” che si asserve alla massa dei telespettatori “per asservirli”, ossia per imporre loro “la leggerezza, la superficialità, l’ignoranza, la vanità”, quali modelli di “una condizione umana obbligatoria”. Soprattutto negli ultimi anni di vita, Pasolini sviscerò le forme di condizionamento esercitate dalla “stupidità delittuosa della televisione” nel linguaggio e nelle forme di comunicazione adottate dagli italiani, scoprendo le forme di un processo di profonda e irreversibile trasformazione della cultura e della società dove le diversità venivano cancellate e sostituite da “valori falsi e alienanti”.
E’ dedicata al Leone d’oro alla carriera 2008 Ermanno Olmi – con la proiezione del suo film Leone d’oro 1988 La leggenda del santo bevitore – la serata di preapertura nel centro storico di Venezia (oggi 26 agosto, ore 21, Arena di Campo San Polo) della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretta da Marco Müller, e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.