Star Wars: quando un film segna l’infanzia

Può un film se non rovinare, almeno segnare per sempre una vita? Certamente, soprattutto se sei piuttosto piccolo e ti ritrovi in primo piano in un lungometraggio che farà la storia del cinema. E’ quello che continua a dire il piccolo Jake Lloyd/Anakin Skywalker, interprete di “Star Wars“, il quale ha raccontato al magazine “Sun  di non aver avuto dubbi a voler abbandonare la professione dopo aver lavorato a quella pellicola. Il set in questione era in particolare quello per la puntata della saga dal titolo  “La minaccia fantasma”.

Il film è stato girato quando lui aveva solo dieci anni e non sono mancati i problemi, soprattutto a scuola. I compagni di classe hanno iniziato a fargli i dispetti e ad invidiarlo, mentre i giornalisti lo aspettavano dovunque per fotografarlo o intervistarlo tenendolo sotto pressione. Ecco infatti che ha ricordato: “Gli altri bambini erano davvero meschini con me volevano fare il suono della spada laser ogni volta che mi vedevano, era davvero pazzesco. La mia intera vita scolastica è stata un inferno, rilasciavo fino a 60 interviste al giorno”.

Oggi Jake si è trasferito a Chicago, ma il trauma di quella esperienza che invece tutto il mondo gli invidia non è affatto passato. Per lui il settore cinematografico è e deve rimanere solo un ricordo. Ha infatti distrutto nel tempo tutto quello che gli ricordava  “Star Wars”. In più, rifiuta di farsi vedere in pubblico se non per qualche rara apparizione ai festival di fantascienza. Per noi è difficile da credere che una reazione del genere sia normale, eppure abituati a vedere dall’esterno lo scintillante mondo degli attori fatto di fama e soldi, non ci rendiamo conto che non è mai tutto oro quello che luccica. Paparazzi, fan in massa e la certezza che non si avrà più una vita normale: un prezzo che non tutti sono davvero disposti a pagare, soprattutto a lungo andare.

 

 

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