Gli attori italiani più amati del 2012: scopri quali sono stati

Quali sono stati gli attori italiani più amati del 2012? Un uomo e una donna che sul grande schermo non conoscono praticamente flop. Parliamo di Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti, come ha decretato recentemente il mensile Ciak. Il giornale ha proposto un sondaggio, per scoprire chi sono stati i personaggi del grande schermo più seguiti lo scorso anno e i risultati non hanno lasciato spazio a dubbi. Il podio tocca a lei, l’interprete di “Posti in piedi in paradiso”, con il 27 per cento delle preferenze e seguita da Alba Rohrwacher e Ambra Angiolini. Tra i protagonisti maschili non c’è storia e il vincitore è  Favino (32%), che divide il podio con Marco Giallini ed Elio Germano.

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Maria Sole Tognazzi: un film su papà Ugo

Maria Sole Tognazzi sta lavorando, insieme a Matteo Rovere, a un documentario su papà Ugo a vent’anni dalla morte, avvenuta il 27 ottobre del 1990. A produrlo sarà la Ascent Film. “Voglio raccontare mio padre da un punto di vista inedito e personale, sto studiando i materiali di archivio“, ha detto la regista, a margine di un incontro con gli studenti del liceo Azzarita.

Maria Sole Tognazzi continua dichiarando che l’ uomo che “ama” è Pierfrancesco Favino, attore che lei stima molto e paragona addirittura a papà Ugo. “Potrebbe essere il suo erede, insieme a Filippo Timi“.
Lei non ha mai dovuto accettare attori che non le piacessero, magari per esigenze produttive. Ma non sempre è così. E i giovani del liceo Azzarita su questo punto insistono molto. Perché è più facile entrare nel mondo del cinema facendo la velina che studiando recitazione? Perché l’aspetto fisico conta tanto? “Credo che la vostra generazione sia penalizzata – risponde la figlia minore di Ugo – i reality hanno condizionato i giovani e molti pensano che basti apparire per arrivare al successo“.

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Festival del Cinema di Roma: Al Pacino, le mostre, i primi film si comincia

Una grande festa aperta a tutti, dal titolo “Be Brazilian”, inaugura il 22 ottobre la terza edizione del Festival romano del Cinema. La kermesse si svolge a piazza Navona a partire dalle 21,30 e vede la partecipazione di oltre quaranta artisti, musicisti e danzatori. Lo spettacolo s’ispira alle tradizioni degli “afro-blocos” (le batterie di percussioni del “carnaval” di Bahia), con la colonna sonora a base di samba. La regia è di Arto Lindsay, compositore geniale ed eclettico; le scenografie sono di Ernesto Neto, tra i massimi artisti contemporanei. Un inedito carnevale d’autunno, con la partecipazione di Gal Costa e due bande in marcia (Ilê Aiyê e Spok Frevo Orchestra). Prima, alle 20, un sostanzioso antipasto con Al Pacino: l’attore ritira il Marco Aurelio d’Oro alla carriera, attribuito quest’anno all’Actors Studio, di cui Pacino è uno dei presidenti. La sera stessa Al Pacino incontra il pubblico e presenta “Chinese coffee”, il film inedito di cui è regista e protagonista. L’altro Marco Aurelio alla carriera andrà a Gina Lollobrigida per gli oltre sessant’anni di attività sui set.

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L’uomo che ama, Carmen che canta

Non più figlia d’arte, come spesso si usa dire di chi è nel posto giusto per il motivo sbagliato, Maria Sole Tognazzi ci presenta una storia di amore adulto per adulti, per chi non si nasconde più sull’isola che non c’è ma vive in prima persona soprattutto l’abbandono, perché alla gioia ci sappiamo abituare tutti. E’ L’uomo che ama in uscita il 24 ottobre in tutte le sale italiane.
Roberto (Pierfrancesco Favino) è un uomo non ancora quarantenne che vive due storie d’amore diverse, in due momenti differenti nel tempo. Con Sara (Ksenia Rappoport, l’intensa protagonista de La sconosciuta di Tornatore), vicedirettrice di un albergo del centro, e con Alba (Monica Bellucci), che si occupa di allestimenti in una galleria d’arte contemporanea. Il gioco dell’amore lo porta a ricoprire nelle due storie ruoli opposti, a sperimentare sia la dolcezza sia la crudeltà dell’amore, e sopra ogni altra cosa la forza prepotente di un sentimento a cui nessuno riesce a resistere. Ma come si fa a gestire una storia d’amore, tormentata o naturale che sia, dove risiede la verità sull’amore.

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65 Mostra: Madrina delle serate di apertura e chiusura è l’attrice Ksenia Rappoport

Una delle più note attrici russe di cinema e teatro, la cosmopolita Ksenia Rappoport, vincitrice del David di Donatello 2007 come miglior attrice protagonista per La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, sarà la madrina delle serate di apertura e chiusura della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che si svolgerà al Lido dal 27 agosto al 6 settembre 2008, diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

Ksenia Rappoport aprirà la 65. Mostra la sera di mercoledì 27 agosto prossimo, sul palco del Palazzo del Cinema, dando il benvenuto alle autorità, al pubblico, al presidente della giuria internazionale Wim Wenders e agli altri componenti delle giurie, durante la cerimonia di inaugurazione, seguita dalla proiezione in anteprima mondiale di Burn After Reading di Joel ed Ethan Coen, presentato alla Mostra fuori concorso. Il 6 settembre, inoltre, l’attrice condurrà la cerimonia di chiusura, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali della 65. Mostra, a cui seguirà la proiezione del film fuori concorso Orfeo 9 di Tito Schipa Jr.

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Favino al Giffoni Film Festival: grande differenza tra cinema italiano e straniero

“Se ho incontrato difficoltà a lavorare in una mega produzione americana come ‘Le cronache di Narnia’? Onestamente no, anzi, ho più difficoltà a lavorare in Italia, dove per prepararti a un ruolo devi contare solo su te stesso, mentre in America ti mettono in condizioni di fare qualsiasi cosa, anche combattere a cavallo con una spada che pesa in quintale, seguendoti passo passo”.
Questo è Pierfrancesco Favino, ospite ieri 23 Luglio al GFF. Tra i più apprezzati volti della nuova generazione di attori italiani, ha sottolineato, senza peli sulla lingua e nessuna vena polemica, le differenze, tra il cinema italiano e quello straniero.
“Il lavoro di ricerca e preparazione, in Italia, è in gran parte affidato alla libera iniziativa di noi attori. Fatico molto di più quando lavoro qui. Per le produzioni americane è prassi, invece, fornire le condizioni migliori per calarsi in un personaggio. Più è elaborata la preparazione e complesso il personaggio, più le produzioni sono attente ai minimi dettagli. È una forma di rispetto nei confronti del pubblico. In Italia, invece, ci si affida al talentaccio, all’improvvisazione e all’iniziativa personale”.

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Incontro idilliaco tra Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino

Monica Bellucci descrive così il suo primo incontro con Pierfrancesco Favino, avvenuto a Torino, sul set di “L’uomo che ama”, il film che Maria Sole Tognazzi ha cucito (scrivendolo insieme a Ivan Cotroneo) addosso all’attore romano, che lei chiama affettuosamente “Picchio”: «La sera prima ci siamo detti: “Ciao, piacere”; la mattina dopo eravamo a letto» – «Ci conosciamo da dieci anni, lui è molto amico di mio fratello Gianmarco», racconta la regista. «Mi sembrava perfetto come protagonista, ha la fisicità necessaria per rendere credibile il personaggio di un uomo che soffre per amore.
Mi piaceva mostrarne la fragilità e la complessità. Dopo aver scelto lui, ho subito pensato a Monica.
L’ho chiamata: “So che sei impegnata fino al 2025, ma ti mando il trattamento, leggilo”».

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