Monica Bellucci, alla Mostra del Cinema di Venezia?

 

Alla Mostra del Cinema di Venezia, Monica Bellucci potrebbe arrivarci con “Le stagioni del rinoceronte” del regista iraniano in esilio Bahman Ghobadi e mentre è impegnata nella promozione del suo ultimo lavoro, coglie l’occasione per raccontarsi. In molte scene si mostrerà invecchiata, ma a sorpresa dice di non aver paura delle rughe che, inesorabilmente, anche nel suo corpo si fanno strada. Per l’occasione, infatti, ha dichiarato a Ischia Global Fest: “Per ora convivo benissimo, accetto che il corpo non sia piu’ lo stesso di prima e come attrice penso sia meglio poter muovere la faccia”. Per lei un fotografo d’eccezione, Bryan Adams che l’ha fotografata per Zoomagazine.

Da tempo dispensatrice di consigli e vere e proprie lezioni di vita, dimostra di essere bella, intelligente e talentuosa. Insomma non le manca nulla e conferma: “Con il passare degli anni perdi quello che in Francia chiamano la bellezza del diavolo, dell’asino si dice in Italia,  il concetto è lo stesso, ma se pensi con il tuo corpo di dover suscitare il desiderio che smuovevi quando avevi 20 anni significa che non sei uscita dall’infanzia e hai qualche problema. E lo dico non solo alle donne ma ai maschietti, quanti se ne vedono a 40-50 anni di ridicoli. Non mi sento una diva. Il divismo cinematografico non esiste più perché oggi siamo in contatto con tutti e il distacco che una volta separava vita e sogno in questo mestiere è annullato da tempo. Ma al di là di questo, io non voglio essere un’icona, ma un’attrice che fa il suo percorso”.

In merito alla sua ultima fatica, invece, confessa:”Sono stata felice di essere stata scelta da Ghobadi, interpreto una donna nell’arco di 30 anni prima e dopo la rivoluzione islamica, incarcerata ingiustamente. Non abbiamo potuto girare nei veri luoghi perché non può rientrare nel suo Paese, messo all’indice dal precedente film Gatti persiani. Spero trovi spazio ai Festival perché questi piccoli film d’autore hanno bisogno della risonanza internazionale per poter vivere ancora. E poi qualche giorno fa ho finito questa commedia della Thompson, una storia familiare piena di grandi verità e con dei dialoghi eccellenti. A me di questo mestiere piace l’arricchimento che viene dagli incontri che fai sul set con persone e culture diverse. Prima di essere un’attrice sei una persona e queste esperienze sono il sale del lavoro”.

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