E venne il giorno…Happening

 E venne il giorno” può essere definito un thriller ecologico? Shyamalan: Ogni film che ho diretto è legato ad una preoccupazione che avevo in quel momento. Con “E venne il giorno” viene messa in rilievo la mia preoccupazione per il futuro di questo pianeta. A cosa si è ispirato nella realizzazione di “E venne il giorno”? Shyamalan: Certamente i film degli anni ’50 e ’60 hanno avuto una grande influenza nella realizzazione di “E venne il giorno”. Ho preso molto, ad esempio, da “L’invasione degli ultracorpi”, non tanto nel contenuto, ma nel modo in cui le persone interagiscono con una realtà attorno a loro che non riconoscono più. Si ha paura insomma dal cambiamento dei comportamenti delle persone che conosciamo bene. Se le persone a noi familiari iniziano a comportarsi in maniera diversa dal normale, si ha paura perché non si ha più sotto controllo la realtà che ci circonda. Casualmente poi nella scelta della scena dei titoli iniziali, mi sono trovato a fare una citazione proprio al film “L’invasione degli ultracorpi”. Tra le tante scene che ho visionato, per caso ho scelto la stessa, quella delle nuvole. Questo vuol dire che ci sono immagini nel nostro inconscio che generano paura senza sapere il perché. In molti suoi film ci sono personaggi che perdono la fede ma poi la ritrovano per un evento soprannaturale o per un incontro decisivo. Anche in questo film c’è una coppia che ritrova la fede che inizialmente aveva perso. Che tipo di fede è? Una fede religiosa, una fede laica? Che tipo di rapporto ha lei con la fede?

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Procacci e D’Amico al Festival di Cannes per il Gran Premio della Giuria a Gomorra

 Il produttore Domenico Procacci della società Fandango: “E’ un momento di grande emozione e di felicità che voglio condividere con tutti quelli che hanno lavorato al film.

Questo premio ci riempie di orgoglio e il mio ringraziamento va in primo luogo a Matteo Garrone e al suo lavoro straordinario; al coraggio di Roberto Saviano e al suo libro che è stato l’ispirazione fondamentale per questo lavoro, a Rai Cinema e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che hanno creduto nel film.

Grazie anche alla giuria che ha riconosciuto il valore universale del lavoro di Matteo”.

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