Maria Sole Tognazzi: un film su papà Ugo

Maria Sole Tognazzi sta lavorando, insieme a Matteo Rovere, a un documentario su papà Ugo a vent’anni dalla morte, avvenuta il 27 ottobre del 1990. A produrlo sarà la Ascent Film. “Voglio raccontare mio padre da un punto di vista inedito e personale, sto studiando i materiali di archivio“, ha detto la regista, a margine di un incontro con gli studenti del liceo Azzarita.

Maria Sole Tognazzi continua dichiarando che l’ uomo che “ama” è Pierfrancesco Favino, attore che lei stima molto e paragona addirittura a papà Ugo. “Potrebbe essere il suo erede, insieme a Filippo Timi“.
Lei non ha mai dovuto accettare attori che non le piacessero, magari per esigenze produttive. Ma non sempre è così. E i giovani del liceo Azzarita su questo punto insistono molto. Perché è più facile entrare nel mondo del cinema facendo la velina che studiando recitazione? Perché l’aspetto fisico conta tanto? “Credo che la vostra generazione sia penalizzata – risponde la figlia minore di Ugo – i reality hanno condizionato i giovani e molti pensano che basti apparire per arrivare al successo“.

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Il silenzio prima della musica: struggente, fenomenale… incredibilmente potente

Il silenzio prima della musica, regia di Eric Daniel Metzgar, esce oggi 25 Settembre al cinema.

La trama de Il silenzio prima della musica

Nell’ agosto 2004, Jason Crigler, uno dei più gettonati chitarristi di New York, è vittima di un’emorragia cerebrale durante un concerto a Manhattan. Quella notte in ospedale i dottori dicono ai famigliari di Jason: “se supera la notte non resterà molto di lui”. La moglie di Jason, Monica, a quel tempo incinta, resta di ghiaccio: “Tutto si è completamente fermato. Ho dimenticato la gravidanza. Mi è sembrato di abbandonare il mio stesso corpo. Ricordo di aver pensato: “Non può essere vero. Non posso farcela senza Jason”.

I giorni passano e la famiglia di Jason è costretta a fare i conti con la nuova oscura realità. Ma rifiuta di accettare il futuro nero descritto da medici scettici. Così, a dispetto di una disperazione lancinante e di probabilità infime, i Crigler prendono una decisione: Jason guarirà completamente. E allora comincia il lungo, crudele, improbabile e disorientante viaggio raccontato nel film.

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Eva e Adamo: di cosa parliamo quando parliamo d’ amore?

Il 25 Settembre esce al cinema Eva e Adamo, un film di Vittorio Moroni.

Trama del film Eva e Adamo
Tre coppie, tre donne: Deborah,19 anni, Veronica 36, Erika 76.
Per ciascuna di loro, in modi diversi, vivere questa relazione significa affrontare una sfida: con se stesse, i propri bisogni, la propria idea di libertà, i giudizi sociali.
ERIKA ha 76 anni, è benestante, istruita, passionale. Durante una vacanza ha conosciuto Moussà, senegalese di 35 anni, che è diventato suo marito. Il terzo.
DEBORAH ha 20 anni, lo sguardo selvatico e un corpo da pin up. A 14 anni è scappata di casa e oggi sopravvive spogliandosi in diretta tv.
A Filippo, il suo ragazzo, dice di fare la modella.
VERONICA ha 35 anni, ha conosciuto suo marito Alberto a Lourdes quando la malattia lo costringeva già su una sedia a rotelle. Ed era inesorabilmente destinata a peggiorare.

Recensione di Mario Sesti – Film TV per Eva e Adamo Moroni filma un documentario ma si ritrova tra le mani personaggi da romanzo; più che un film, un bisturi minuto, veloce e affilato, dolce e insanguinato, che incide “ti amo” tra riflessi di luce e gocce vermiglie.”

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Di me cosa ne sai: un film sul grande cinema italiano

Di me cosa ne sai, un film di Valerio Jalongo. Collaborazione alla regia di Giulio Manfredonia e Francesco Apolloni.

Di me cosa ne sai comincia come un’inchiesta su uno dei tanti misteri degli anni Settanta. Ma a differenza di altri misteri italiani senza soluzione, qui non ci sono cadaveri, nè stragi. C’è però l’improvviso, rapidissimo declino di un cinema che per trent’anni ha dominato le scene internazionali.
Com’è potuto succedere? Chi o che cosa ha ucciso il grande cinema italiano?
Questa domanda ci guida in un percorso ricco di testimonianze preziose e di riflessioni originali: da Mario Monicelli a Wim Wenders, da Dino De Laurentiis ad Andreotti, Ken Loach e moljti registi italiani.

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Moore a nord e Stone a sud: le nuove coordinate del cinema americano

Ben 2 documentari stanno caratterizzando le ultime giornate veneziane. Da una parte il nuovo lavoro del piacione Michael Moore Capitalism: a love story, che critica il sistema capitalistico statunitense, dall’altra Southland border di Oliver Stone, un ritratto inedito del presidente venezualano Chavez e del nuovo corso politico, economico e sociale dell’America Latina.
L’autore di Sicko, presente ieri sera in Sala Grande, ha puntato il suo obbiettivo sulle malefatte del capitalismo selvaggio, dei crack bancari, dei ricchi che non si accontentano della loro ricchezza e rubano ai poveri e su come questa situazione è stata alimentata dal’interno del paese. Uno sguardo feroce e al contempo fin troppo semplificato, ma lui dice che è voluto, così da riuscire a spiegare anche ai bambini di due anni cosa c’è che non va. Il gioco funziona, come sempre con Moore, ma sicuramente la visione è parziale e partigiana. Il film è in concorso: chissà se bisserà il successo di Fahrenheit 9/11 che vinse a Cannes.

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Videocracy, censurato il trailer

Videocracy è un documentario firmato Erik Gandini e distribuito dalla Fandango di Domenico Procacci, che racconta 30 anni di sistema televisivo italiano, dall’inizio dell’era Mediaset, e di come le TV commerciali siano riusicte a cambiare il potere, la società e la politica.
Il film è uno degli eventi attesi alla prossima Mostra del Cinema di Venezia dove sarà presentato all’interno della Settimana della Critica il 3 settembre per poi uscire nelle sale cinematografiche il giorno successivo.
Una data di uscita imminente che non sarà supportata dalla trasmissione dei trailer sui canali Rai e Mediaset. Pare infatti che si siano rifiutati di trasmetterli a causa “dell’inequivocabile messaggio politico di critica al governo” (Rai) e perché “sia il film che il trailer sono un attacco al sistema tv commerciale, quindi non ritenevano opportuno mandarlo in onda” (Mediaset).
Strano se si pensa che non ci furono problemi con i trailer, per esempio, de Il Caimano o di Viva Zapatero e che in fondo si tratta di spazi pubblicitari pagati, per quanto agevolati. “Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l’Italia è cambiata” ha dichiarato Domenico Procacci.
Mossa di marketing o realtà?

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La voce della Ferrari per il documentario Il primo respiro

Ha la voce di Isabella Ferrari la versione italiana del doc francese Le premier cri (grande successo in patria) che dal 13 febbraio sarà nelle nostre sale distribuito da Lucky Red con il titolo Il primo respiro. Il 29 marzo del 2006, durante un’eclissi totale di sole, Gilles De Maistre, ha registrato il parto di dieci donne negli angoli più disparati del pianeta. Per arrivare a questa inconsueta avventura ha impiegato 22 mesi di ricerche coadiuvato da dieci ricercatori e 45 informatori locali, ha percorso 236mila chilometri, ha incontrato 120 donne in stato interessante, ha assistito a 52 ecografie. La singolare idea gli è venuta da una serie di documentari televisivi da lui realizzati nel reparto di maternità del Robert-Debré di Parigi: da lì si è mosso per indagare costumi, attese, paure, speranze, rischi e rituali della nascita in diversi luoghi del mondo.

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