Bandslam – High School band: dal 25 Settembre al cinema!

Dalla regia di Todd Graff e con Vanessa Hudgens, Aly Michalka, Gaelan Connell, Lisa Kudrow il 25 Settembre esce al cinema Bandslam – High School band.

Trama del film Bandslam – High School band
Quando Charlotte Banks (Michalka) giovane cantante di un liceo nel New Jersey chiede a Will Burton (Connell), di fare da manager al suo scatenato gruppo rock, pare avere un solo obiettivo: sfidare il suo ex ragazzo Ben (Porter), nel concorso musicale più importante dell’anno, il BANDSLAM, una vera e propria battaglia fra gruppi rock. Contro ogni pronostico, la loro band presenterà un brano molto ‘personale’ aumentando così le probabilità di successo nella gara.. Nel frattempo nasce una storia d’amore fra Will e Sa5m (Hudgens), una bizzarra outsider, chitarrista d’eccezione dalla voce straordinaria. Ma d’un tratto il gruppo dovrà affrontare un grosso problema e tutti loro si troveranno davanti ad una scelta: dichiararsi sconfitti oppure affrontare la gara e continuare a lottare per i sogni in cui credono?

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Never Back Down: impossibile non andare a vederlo!

Il cinema americano rimette le lancette dell’orologio indietro.
Non è questione di ore solari, ma voglia di ributtarsi a corpo morto sul ‘full contact’. Cinema senza esclusione di colpi, di quelli che mandavano in solluchero le platee degli anni Ottanta, sferrando colpi proibiti a cui era impossibile resistere.

L’epoca di Van Damme e dei suoi epigoni è definitivamente chiusa? Non fa niente. Jeff Wadlow (lo avevamo già apprezzato nel suo precedente “Nickname: Enigmista“) aggiorna quella straordinaria formula ludica al cinema di oggi. E non racconta di supereroi nerboruti pronti a tutto pur di avere la meglio sull’avversario, ma taglia trasversalmente il mondo giovanile.

Never Back Down” (letteralmente ‘mai cedere, mai tirarsi indietro’) non è semplicemente un affresco di corpi in lotta, punta più in alto. E in primis racconta i giovani d’oggi, regalandoci uno spaccato muscolare e avvincente di un universo abitato da ragazzi che si affacciano alla vita e di desideri pronti ad esplodere con tutta la forza.
Non basta. Perché il film di Wadlow passerà alla storia del cinema di genere come la prima opera ad aver messo al centro del racconto le cosiddette ‘Mixed Martial Arts’, vale a dire le arti marziali miste.

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La fidanzata di papà: numero uno in classifica e nel divertimento!

Ottimo esordio in sala per “La fidanzata di papà“: al suo primo weekend infatti la nuova divertentissima commedia di Massimo Boldi ha incassato più di 2 milioni e mezzo di euro (2.559.088), ottenendo il primo posto in classifica e battendo l’agguerrita concorrenza del bel James Bond di “Quantum of Solace“.

Con una altissima media per copia, “La fidanzata di papà” segna così il miglior esordio in sala di un film italiano da diversi mesi a questa parte.
Una bella conferma della qualità del film, destinato a salire sempre più in alto in classifica anche grazie allo straordinario ‘all cast star’ della comicità tricolore.
La fidanzata di papà non è il solito cinepanettone invernale. E non lo è per almeno due buoni motivi.

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Le feste di Natale? Al cinema, con tanti grandi film!

Si avvicinano le feste natalizie e come lo scorso anno Massimo Boldi anticipa tutti con l’uscita, il 14 novembre, della sua commedia-panettone. Firmato da Enrico Oldoini, La fidanzata di papà (Medusa) è l’esordio di Simona Ventura sul grande schermo, che ha al suo fianco nel cast, oltre a Boldi, Nino Frassica, Enzo Salvi e Biagio Izzo. L’altro italiano in arrivo, direttamente dal Festival di Roma, è Amore che vieni amore che vai di Daniele Costantini (Istituto Luce), pellicola in bilico tra giallo e commedia ispirata al romanzo “Un destino ridicolo“, scritto nel 1993 dal Fabrizio De Andrè con lo psicanalista Alessandro Gennari. Ambientato a Genova nel 1963, il film è interpretato da Filippo Nigro, Claudia Zanella, Fausto Paravidino e Donatella Finocchiaro. Da Cannes arriva invece Changeling (Universal), ultima fatica di Clint Eastwood tratta dalla storia vera del rapimento, nell’America del 1928, del figlio piccolo di una centralinista, interpretata da una Angelina Jolie talmente convincente da poter aspirare alla statuetta dell’ Academy.

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I picchiatelli di “Si può fare” al cinema Nazionale di Trieste

Ultimo appuntamento martedì 11 novembre alle 20.30 al cinema Nazionale di Trieste con “Luci ed Ombre“, la rassegna che celebra il trentennale della legge Basaglia realizzata da Maremetraggio e Alpe Adria Cinema.
Dopo Peter Del Monte, Alessandro Piperno, Alessandro D’Alatri e l’attrice Anna Galiena, sarà la volta del film Si può fare, appena uscito nelle sale italiane e ispirato alla storia della cooperativa Noncello di Pordenone.

Ospite della serata sarà il regista Giulio Manfredonia, che guiderà il pubblico alla scoperta delle motivazioni profonde che lo hanno indotto a raccontare la storia della prima comunità in Italia dedicata all’inserimento lavorativo delle persone con disagio mentale. Insieme al regista, saranno presenti anche le attrici Maria Rosaria Rosso e la triestina Ariella Reggio.

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The Burning Plan: un dolce girotondo di frammenti di vita

Guillermo Arriaga: un genio che la critica ha definito uno dei più grandi narratori contemporanei. Uno capace di incidere sul suo tempo, di lasciare un segno che resta. Un artista in grado di ‘testimoniare’. Prima nero su bianco, nei suoi straordinari romanzi. Poi al cinema, questa volta con The Burning Plan – Il confine della solitudine.
La vita di Guillermo Arriaga (classe 1958) sembra strappata dalle viscere di uno dei suoi indimenticabili personaggi. Nasce a Città del Messico, cresce fra privazioni e botte in un quartiere dimenticato da Dio e dagli uomini. Ne prende talmente tante da perdere l’olfatto. Ma il profumo amaro della strada non lo scorderà mai. L’unico modo per continuare a (r)esistere è immaginare che il mondo non finisca lì.
Immaginare che da qualche altra parte del mondo le cose vadano diversamente.
I suoi primi testi Arriaga se li scrive con la penna della fantasia nel grande libro del cuore. E capisce subito una cosa. Riportare su carta la vita è impossibile. Troppo complessa, troppo sfaccettata, troppo multiforme. E allora scatta la domanda da un milione di dollari: come prenderla questa maledetta e meravigliosa esistenza? Da che parte afferrarla? La risposta è chiara e semplice: abbracciandola in toto. E rinunciando subito ad ogni tipo di linearità.
E’così che il suo stile (venuto prepotentemente fuori già dai primi testi) muta in un gran bel groviglio di scivoli temporali, puzzle spaziali e sguardi bruciati dall’assoluto.

Guillermo parte dalla terra e punta verso il cielo.
E Inarritu (uno dei registi contemporanei più necessari), innamorandosi del suo sguardo sul mondo e sulle cose, gli affida gli script di “Amores perros“, “21 grammi” e “Babel” (col quale Arriaga vince il premio Oscar).
Intanto lo scrittore messicano medita sul suo futuro e fa un pensierino: passare dietro la macchina da presa. Ma prima butta giù lo scipt de “Le tre sepolture“, magnifico esordio alla regia di Tommy Lee Jones e capisce che in fondo si tratta di un passaggio automatico, spontaneo, naturale. Ottima idea.
Eccoci allora a “The Burning Plain“, presentato con straordinario successo di pubblico e critica allo scorso Festival di Venezia.

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Zohan: tutte le donne vengono al pettine!

La Sony Pictures presenta Zohan, una commedia degli sceneggiatori Adam Sandler, Robert Smigel (Triumph the Insult Comic Dog) e Judd Apatow (Molto incinta).
Il film racconta di Zohan (Adam Sandler), un importante membro delle forze speciali israeliane, dotato di grandi abilità e apparentemente imbattibile. Zohan è bravo ad affrontare le donne come lo è con i nemici, compresa la sua nemesi: il terrorista palestinese Phantom (John Turturro), ma nonostante ami il suo Paese, è stanco di combattere e desidera avere l’opportunità di prendersi una pausa dall’esercito per esprimere la sua creatività come parrucchiere. Tuttavia, fino a quando dovrà combattere il terrorismo, il sogno di Zohan sarà impossibile da realizzare, cosa che lo porta a piangere di notte di fronte alle immagini dello style book del 1987 di Paul Mitchell che tiene nascosto nella sua camera da letto.
Zohan ha la possibilità che cercava quando Phantom riappare. Invece di sconfiggerlo, Zohan mette in scena la propria morte e scappa, portando un esaltato Phantom a pensare di aver finalmente eliminato Zohan. Fuggendo su un aereo a New York con soltanto un sogno e i vestiti che ha indosso, Zohan si nasconde nella stiva con due cani, Scrappy e Coco…

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Sfida senza regole: dal 26 settembre al cinema

Il 26 Settembre prepariamoci a una “Sfida Senza Regole“, titolo originale (Righteous Kill) che vede i premi Oscar Robert De Niro (Toro Scatenato) e Al Pacino (Profumo di Donna) nei panni di due detective della polizia di New York City sulle tracce di un serial killer. Jon Avnet (Pomodori Verdi Fritti Alla Fermata del Treno, L’Angolo Rosso, 88 Minutes) cura la regia di questo thriller psicologico firmato da Russell Gewirtz (Inside Man).

Al cast si aggiungono la superstar hip-hop Curtis ‘50 Cent’ Jackson (Get Rich or Die Tryin’), Carla Gugino (American Gangster), John Leguizamo (L’amore Ai Tempi del Colera) e Donnie Wahlberg (Saw II, III, IV). Altri interpreti sono l’attore di teatro Brian Dennehy (Morte di un Commesso Viaggiatore) e Trilby Glover (The Starter Wife). Si segnala anche la breve apparizione di Rob Dyrdek, conduttore del famoso show di MTV Rob & Big, e di Dan Futterman (Un Cuore Grande), candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Capote.

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Il seme della discordia: un ritorno di successo per Pappi Corsicato

Negli anni Novanta ha scritto una nuova parola d’ordine nel cinema italiano. Faceva rima con improvvisazione, fantasia e voglia di spingersi laddove nessuno osava.
Pappi Corsicato non è stato soltanto uno degli esponenti di punta della cosiddetta ‘scuola napoletana’ (quella formata da Mario Martone, Antonio Capuano e Antonietta De Lillo), ma un cineasta libero e intelligente capace di forgiare il suo cinema sui tessuti del sogno, ricamando irresistibili riflessioni sulla coppia, sul desiderio, sulla voglia di evadere dalle griglie della vita di tutti i giorni.

Mancava dal cinema dai tempi di “Chimera” (2001), sottile e straordinaria addizione di scatole cinesi da capogiro, gitotondo di storie e triangolazioni sentimentali capaci di far saltare ogni schema.
Alcuni critici vi hanno visto qualcosa di kubrickiano, altri sono rimasti spiazzati di fronte all’irruenza selvaggia di una fantasia sfrenata, senza limiti.
Dopo uno stop lungo, Corsicato si è rifatto vivo.

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