Noi due sconosciuti: il 12 Giugno al cinema


La vincitrice del premio Oscar® Halle Berry e il vincitore del premio Oscar® e Palma d’Oro a Cannes 2008 Benicio Del Toro sono gli straordinari protagonisti del nuovo film di Susanne Bier, prodotto dal premio Oscar® Sam Mendes (American Beauty).
Noi due sconosciuti racconta con sguardo intenso e partecipe l’incontro inaspettato tra due anime perdute, due persone distanti solo in apparenza e unite dal destino, capaci di affrontare insieme le scelte più difficili della loro vita.

Con Noi due sconosciuti la regista danese Susanne Bier realizza la sua prima pellicola per il mercato americano dopo il successo mondiale di film come “Dopo il matrimonio” (“After the Wedding” candidato all’Oscar® 2006) “Open Hearts” (2002) e “Non desiderare la donna d’altri (“Brothers” 2004”), distribuito dalla Teodora Film e candidato a 11 European Film Academy. Le storie della Bier, molto dirette ed emotivamente molto intense, hanno conquistato un pubblico sempre più vasto grazie anche alla capacità di sorprendere lo spettatore con elementi narrativi inaspettati.

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Quando tutto cambia: la commedia sentimentale dell’anno


Il desiderio di maternità. La voglia di rifarsi una vita. La tentazione di andare oltre. Se stessa, prima di tutto.
Quando tutto cambia è prima di tutto un febbrile dizionario amoroso, pensato, realizzato e declinato interamente sul corpo e sull’anima di Helen Hunt.

Un film omaggio? No, molto di più. Un’opera in cui scalcia un vissuto da pelle d’oca. Nessun rimasticamento, nessun patto, nessun filtro.
Helen Hunt è stata lontana dal cinema qualche anno. L’abbiamo vista di recente in “Bobby”, ma si è trattato di una brevissima parentesi.
La verità è che dopo straordinari successi come “Qualcosa è cambiato” e “What Women Want”, ha voluto dire la sua. Dirigendosi, certo, e ancor di più mettendosi in scena con una sincerità quasi imbarazzante.
La Pellicola è stata presentata per la prima volta lo scorso settembre al Toronto Film Festival, inoltre ha fatto conquistare ad Helen Hunt un premio come Regista Rivelazione dell’Anno agli ShoWest Award 2008.

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Tropa De Elite – Gli squadroni della morte

TROPA DE ELITE, Orso d’Oro al 58. Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dall’autore di “City of God”, esce al cinema venerdì 6 giugno.

Chi crede di conoscere tutte le storie che riguardano la realizzazione travagliata di TROPA DE ELITE si sbaglia. C’è molto più di quanto non sia già stato pubblicato. “Forse per l’argomento, ma sicuramente per lo sforzo della troupe, questo film è nato con una energia diversa, è stata un’esperienza unica”, afferma l’attore Caio Junqueira parlando della sua dodicesima interpretazione cinematografica. Anche l’abituale burocrazia, cui un film deve sottoporsi per ottenere i nullaosta per le riprese, è andata avanti contro ogni regola, racconta il regista José Padilha. Il produttore Marcos Prado rivela anche le conseguenze più drammatiche del furto e del sequestro di cui è stata vittima la troupe al Morro Chapéu Mangueira, Leme.

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L’Anno in cui i miei genitori andarono in vacanza

Il 6 Giugno esce nelle nostra sale “L’Anno in cui i miei genitori andarono in vacanza” diretto da Cao Hamburger.

Nel 1970 il Brasile e il mondo intero sembrano essere sconvolti, ma la maggiore preoccupazione nella mente del dodicenne Mauro, un ragazzino medio borghese di padre ebreo e madre cattolica, non ha niente a che vedere con la proliferazione delle dittature militari in Sud America o con la guerra in Vietnam. Il suo sogno più grande è vedere il Brasile diventare per la terza volta vincitore della Coppa del Mondo.
Mauro si trova in quel momento della vita in cui si passa dall’infanzia all’adolescenza. I genitori, militanti di sinistra, costretti a vivere in clandestinità, si trovano costretti per un periodo ad affidare il figlio al nonno Mòtel, al quale però è accaduto qualcosa di inaspettato. Il ragazzino rimane solo senza avere la possibilità di informare i suoi genitori. E’ il vicino di suo nonno, Shlomo, un vecchio ebreo solitario impiegato nella sinagoga locale, che finisce per prendersi cura di Mauro. Questa convivenza inaspettata svela ad entrambi un mondo fino ad allora sconosciuto.
Mentre aspetta con ansia la telefonata dei genitori, Mauro ripercorre, in un certo senso, la storia dei suoi nonni – ebrei immigranti – alle prese con una realtà del tutto nuova.

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The Hitcher torna sul grande schermo

Il film Trhiller “The Hitcher” segna il gran ritorno della ‘lunga strada della paura’

Vi dice nulla John Ryder? A noi sì. E non sono bei ricordi. C’erano sperdute e immense strade dell’America più profonda, c’era la pioggia martellante sull’asfalto, c’era un autostoppista che chiedeva un passaggio.. E c’era sangue, tanto copioso sangue pronto a divorare i sogni di una gioventù seppellita in qualche squallido motel di provincia.

C’era “The Hitcher”, che è come dire il meglio di un certo cinema americano degli Ottanta, una perla ancora oggi inarrivabile di ambiguità e soffusa cattiveria, un road-movie che sconfinava nell’horror e che mette ancora oggi i brividi.
Un meraviglioso film maledetto, un vero cult strizzato fra l’abitacolo di una macchina in fuga e gli occhi venati di pura follia di un memorabile Rutger Hauer.
Chi è davvero John Ryder? Un pazzo certo, un maniaco all’ultimo stadio, ma anche la quintessenza di un male degenerato in forme perturbanti.

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Procacci e D’Amico al Festival di Cannes per il Gran Premio della Giuria a Gomorra

Il produttore Domenico Procacci della società Fandango: “E’ un momento di grande emozione e di felicità che voglio condividere con tutti quelli che hanno lavorato al film.

Questo premio ci riempie di orgoglio e il mio ringraziamento va in primo luogo a Matteo Garrone e al suo lavoro straordinario; al coraggio di Roberto Saviano e al suo libro che è stato l’ispirazione fondamentale per questo lavoro, a Rai Cinema e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che hanno creduto nel film.

Grazie anche alla giuria che ha riconosciuto il valore universale del lavoro di Matteo”.

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Gomorra: premio “CITTÀ DI ROMA – ARCOBALENO LATINO”

Il Premio “Città di Roma – Arcobaleno Latino”, ideato da Gillo Pontecorvo, è un riconoscimento che si colloca sotto diverse bandiere – 37 paesi di ogni parte del mondo – per valorizzare un cinema che privilegi la dimensione culturale, l’intelligenza del pubblico, l’intrattenimento qualitativo, le personalità degli autori, la diversità degli stili e dei linguaggi della cultura latina. Il Premio “Città di Roma- Arcobaleno Latino”, giunto al 61. Festival di Cannes, alla sua dodicesima edizione, è stato attribuito al film “GOMORRA” di Matteo Garrone con la seguente motivazione: Il premio va a Matteo Garrone per la sua capacità di raccontare senza retorica una realtà impossibile da ridurre a schema, estrapolando dal libro di Roberto Saviano tante piccole storie che vanno a comporre un mosaico di rabbia, accettazione, ritorsione, coraggio e incredibile umanità.

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Superhero: da venerdì al cinema

Quanti supereroi ci vogliono per salvare il mondo? I creatori di “Scarie Movie” e di “Una pallottola spuntata” rispondono a questa domanda con lo strepitoso film “Superhero: il più dotato fra i supereroi”.

Ancora un film parodistico di genere. Questa volta a finire nel mirino della parodia demenziale sono i beneamati supereroi. Alla regia di Superhero lo sceneggiatore di “Scary Movie 4” Craig Mazin.

Incontriamo Rick Riker: è uno studente apparentemente normale, è giovane, è carino e ha dei superpoteri… se solo sapesse come usarli.

Ma il mondo è pieno di pericoli e nessuno è al sicuro.

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Sangue pazzo: la storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida

Angelo Barbagallo presenta un film di Marco Tullio Giordana Sangue pazzo, con Monica Bellucci, Luca Zingaretti e Alessio Boni.
Sangue pazzo parla di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, i cui cadaveri vennero trovati all’alba del 30 aprile 1945, cinque giorni dopo la Liberazione, giustiziati poche ore prima dai partigiani.
Coppia celebre nella vita oltre che sullo schermo, Valenti e Ferida erano stati due divi di quel cinema dei “telefoni bianchi” che il fascismo aveva incoraggiato, incarnando quasi sempre personaggi ribaldi e negativi. Anche la loro vita privata era dominata dal disordine; entrambi cocainomani e, si diceva, sessualmente promiscui.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando il paese si spaccò in due e i tedeschi da alleati si trasformarono in esercito d’occupazione, Valenti e Ferida risalirono al Nord e aderirono alla Repubblica di Salò, ultima incarnazione della follia mussoliniana. Si stabilirono prima a Venezia, dove girarono fortunosamente qualche film, poi a Milano dove – arruolati in una banda di torturatori – si dettero alla borsa nera.
Perlomeno queste erano le voci.

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