
La divisione sociale c’era e si nota sin da subito anche nel lungometraggio. Del resto pure l’architettura delle costruzioni parigine, negli Anni Cinquanta, rendeva molto chiara tale tipo di differenza tra i cittadini. I ricchi potevano permettersi la servitù che la sera si rifugiava in anguste stanze poste nel sottotetto. Un tipo di argomento abbastanza caro ai “cugini d’Oltralpe” che più di una volta ne hanno preso spunto per qualche film.Ora ci pensa Philippe Le Guay a rispolverare il tema e lo fa con un lavoro già presentato fuori concorso all’ultimo festival di Berlino. Si parla quasi esclusivamente di ragazze spagnole ne “Le donne del sesto piano” sin dall’inizio quando si assiste al “cambio della guardia” tra la vecchia domestica dei Joubert che lascia il posto e involontariamente fa spazio ad una cameriera tutto pepe.